D’ora in poi chi compila il modulo Esta per raggiungere gli States (Autorizzazione al viaggio negli Stati Uniti per un massimo di 90 giorni), è chiamato a svelare la sua presenza online. L’obiettivo è quello di scongiurare – attraverso il monitoraggio di Social Network o App per cui i viaggiatori collaborano – l’ingresso in patria di potenziali terroristi. E le polemiche non mancano.
I viaggiatori provenienti dall’Italia (fra i 38 Paesi ammessi al Visa Waiver Program) dovranno indicare tutti i profili social ai quali sono iscritti: Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram, Google+, YouTube, Tumblr, LinkedIn, Flickr, Vine e altre piattaforme del genere. Il Dipartimento di Sicurezza USA, ottenuti i dati, eseguirà tutti i controlli necessari a individuare possibili coinvolgimenti del cittadino con attività terroristiche. I rischi per la privacy degli stranieri sono evidenti, tu che ne pensi? Tuttavia la richiesta in questo momento è ancora facoltativa.
L’American Civil Liberties Union storce il naso
Le prime perplessità sulla questione sono state sollevate da Michael W. Macleod-Ball, responsabile dell’ufficio dell’“American Civil Liberties Union di Washington” (ACLU). È una storica ONG statunitense impegnata da anni nella difesa dei diritti civili e delle libertà individuali. Macleod-Ball ha subito sottolineato la scarsa chiarezza dell’intera operazione, chiedendo al governo USA più informazioni su raccolta, conservazione e distribuzione dei dati relativi agli account. Alla dichiarazione dell’ACLU si sono accodati numerosi gruppi e attivisti, preoccupati per la mancata trasparenza dell’iniziativa.
E se ti rifiuti di farlo?
Come anticipato la dichiarazione degli account non è obbligatoria. Sorge però spontaneo il dubbio che possa compromettere l’esito della procedura di richiesta. Ufficialmente, se non hai alcuna voglia di comunicare i tuoi dati social al governo americano, puoi evitarlo. Siamo certi che col passare dei mesi, in ogni modo, si capirà quanto è importante o meno farlo.
Qualche notizia in più sull’Esta
Il modulo Esta va compilato online ed è obbligatorio dal 2009. Il formulario permette al governo USA di controllare preventivamente chi ha deciso di soggiornare nel paese a stelle e strisce. Va compilato da chi viaggia in aereo o in nave e non corrisponde al visto. Con l’approvazione dell’Esta, infatti, si ottiene l’autorizzazione al viaggio, mentre il visto sarà concesso o negato direttamente dalle autorità di frontiera. La voce social è stata aggiunta il 19 dicembre dell’appena trascorso 2016, a seguito di una richiesta avanzata dal Dipartimento di Stato per la Sicurezza interna USA. Monitorare le attività in rete degli stranieri, secondo la struttura governativa, aiuterà i processi investigativi già in atto riportando alla luce “possibili attività nefaste”.
Che ne pensi della nuova procedura? Una cosa è certa, la mossa statunitense fa riflettere sulla reale importanza dei profili social network. Sono fonti preziose di informazioni personali, una finestra su modus vivendi, gusti e cultura di milioni di cittadini.
Ho una domanda… per chi ha l’Esta compilato precedentemente al 19 Dicembre? Le identità social potrebbero essere una domanda che ti viene rivolta dall’ufficiale alla Dogana?
Ciao Michela, no come indicato nell’artocolo la dichiarazione degli account social al momento non è obbligatoria! Ciao e buon viaggio 🙂
personalmente, non vedo il problema. I profili social sono già costantemente monitorati, probabilmente non abbastanza viste alcune recenti ‘scoperte’ su attentatori che avevano anticipato su di essi le loro mosse.
Chi crede che non lo siano, e magari periodicamente condivide sul proprio profilo la manfrina ‘nego a fb l’autorizzazione all’accesso ai miei dati ecc.’ è semplicemente o poco informato (e informarsi costa poco, basta volerlo) oppure ha altri scopi che non conosco e non m’interessa indagare.
Che i profili siano monitorati è un bene? E’ un male? Ognuno la pensi come vuole, ma la capra e i cavoli non si possono avere. Nessuno è obbligato a essere su fb/instagram/twitter/ecc., se ci sei deve accettare le loro regole. Compreso dichiararlo sull’ESTA.
Ciao Valter, grazie per averci lasciato la tua opinione, assolutamente condivisibile! 🙂